Quasi vent'anni

Luglio 2008
Quasi vent'anni è il tempo passato dal momento in cui l'ho conosciuta.
Quello che è scattato allora è già stato oggetto di pagine e filmografia, poi il tempo ha avuto ragione per un lungo periodo. Il pensiero era sempre a lei, a quello che era stato, che avrebbe potuto essere.
Persa di vista, senza contatti, sono passati anni alterni nei quali il bisogno di ritrovarla era asfissiante e sopito ma sempre presente.
Poi tramite altre conoscenze ho saputo dove si trovava; ho aspettato parecchio prima di chiamarla, dopo tutto quel tempo ero ancora più indeciso.
Dopo il primo appuntamento - neutro, asettico, falso - non ce l'ho fatta più, sono ritornato a vent'anni prima ed ho preso una porta in faccia.
"E' tutto finito", ho pensato, insieme alla porta si era chiuso anche il passato: cancellato.
Ma era come il mare che si gonfia al largo, non si vede, ma, quando arrivano, le sue ondate sommergono e spazzano via gli ostacoli. E' squillato il telefono, ho riconosciuto il suo numero. Un uragano.

venerdì 16 ottobre 2009

Come si cambia

Sono passate pochissime settimane ed il tempo è proprio cambiato.
Ho vissuto con degli strani ritmi, a corrente alternata sono arrivati estremi nervosismi ed apatie da ricovero.
E' stato comunque un periodo di svolta: guardo indietro e ripercorro il mese estivo, la ripresa dei contatti che rimane su un piano razionale e quasi formale, le mia convinzione di volere di nuovo riprendere la nostra relazione, i suoi giusti dubbi, la sensazione di aver aggravato ancora di più il disastro.
Poi il ritorno a casa, con la stupida sensazione di esserle più vicino solo perchè la distanza si misura in decine e non centinaia di chilometri.
Finalmente, ad inizio Settembre ci siamo rivisti.
I baci che ci siamo scambiati sembravano volessero staccare pezzi dei nostri esseri, come per appropriarsene con violenza con l'intenzione di non restituirli mai più e tenerli per ricordare di come eravamo stati. Ho avuto la netta sensazione che sarebbe passato chissà quanto tempo prima di avere di nuovo sue notizie, tempo che ci siamo concessi per la sentenza finale.
La mail successiva è arrivata dopo una settimana, ma non lasciava altro che un messaggio di non sapere cosa fare, serve altro tempo, c'era scritto.
Qualche giorno dopo mi trovavo per lavoro in una metropoli straniera e caotica e mentre ero solo in camera pensavo a quanto sarebbe stato bello averla con me, finestre aperte, noi abbracciati. La giornata era stata impegnativa, per non dire della levataccia a causa del primo volo del mattino, così non ho nemmeno cenato e sono andato a dormire.
Troppo scontato raccontarla così, sembra finto, ma la mattina dopo c'era quella febbre che ti spinge a fare assolutamente una certa cosa e fino a che non hai eseguito il tuo compito, indipendentemente dall'esito, non sei tranquillo; ho resistito fino alla doccia, radersi non è stato possibile per via del sequestro della bomboletta della schiuma da barba all'aeroporto, poi ancora gocciolante ho acceso il pc e aperto la mail.
Non sono nemmeno rimasto troppo stupito nel trovare il messaggio, tanto ero convinto che ci sarebbe stato, ma ho atteso qualche istante prima di leggerlo, poi è stato come l'uragano della prima volta, vento e tempesta con lei che mi teneva per mano e mi isolava in un microcosmo di serenità.
L'incontro di inizio Ottobre è stato quello che aspettavamo, come una nuova consapevolezza ed una nuova sintonia, carne ed anima insieme.