Quasi vent'anni

Luglio 2008
Quasi vent'anni è il tempo passato dal momento in cui l'ho conosciuta.
Quello che è scattato allora è già stato oggetto di pagine e filmografia, poi il tempo ha avuto ragione per un lungo periodo. Il pensiero era sempre a lei, a quello che era stato, che avrebbe potuto essere.
Persa di vista, senza contatti, sono passati anni alterni nei quali il bisogno di ritrovarla era asfissiante e sopito ma sempre presente.
Poi tramite altre conoscenze ho saputo dove si trovava; ho aspettato parecchio prima di chiamarla, dopo tutto quel tempo ero ancora più indeciso.
Dopo il primo appuntamento - neutro, asettico, falso - non ce l'ho fatta più, sono ritornato a vent'anni prima ed ho preso una porta in faccia.
"E' tutto finito", ho pensato, insieme alla porta si era chiuso anche il passato: cancellato.
Ma era come il mare che si gonfia al largo, non si vede, ma, quando arrivano, le sue ondate sommergono e spazzano via gli ostacoli. E' squillato il telefono, ho riconosciuto il suo numero. Un uragano.

domenica 29 maggio 2011

Un orizzonte vuoto

Quando ho dato inizio a questa storia, tre anni fa ormai, ricordavo quanto avrebbe potuto essere coinvolgente avendone già vissuto una parte tanti anni prima, ma come un adolescente senza pensieri non ho tenuto conto degli effetti che avrebbe potuto avere la sua fine, anche se c'erano cartelli dappertutto con scritto 'pericolo'. Ho detto: 'al diavolo, potrò fare qualcosa solo per me stesso per una volta', così adesso sono qui che mi lecco le ferite e passo le mie giornate nella speranza che anche tu non resista e ti faccia viva.
Ce ne sarebbe abbastanza per farsene una ragione e decidere una volta per tutte di smetterla di coltivare illusioni, forse farò così, tanto sono sicuro di quello che ho in fondo al cuore e la mia ansia di riaverti non modifica quello che potrà essere il futuro, non accelera nè rallenta quello che capiterà, o non succederà, naturalmente.
C'è un futuro deserto ma pieno di buoni propositi che mi aspetta, almeno così sembra oggi, domani chissà.

giovedì 19 maggio 2011

C'è serata e serata

Ieri poteva essere la serata perfetta. Dopo le solite prove con il gruppo avevo voglia di qualche minuto da solo e di bere qualcosa di forte, così sono entrato in un bar che sapevo deserto a quell'ora, ho fatto la mia consumazione e sono uscito a sedermi su una panchina.
Ero in preda ad una sensazione già provata diverse volte, quella di avere la ragionevole certezza che avrei trovato qualcosa di tuo nella posta elettronica; qualche volta era stato davvero così, questa sorta di premonizione aveva funzionato, ma naturalmente questa non era quella buona, lo schermo del telefono è piccolo ma si capisce comunque benissimo se la casella è vuota.
Ero stanco ed in quella condizione la concentrazione si abbassa così che si cade a capofitto nei ricordi, in più ero solo e non ho dovuto badare a dissimulare i miei pensieri, quindi la sera si è trasformata in un momento di sfogo, di quelli che ci vogliono ogni tanto per non lasciar accumulare troppo il dispiacere e non rischiare di farsi scoprire magari facendosi scappare qualche parola di troppo.
Ho lasciato passare il tempo necessario per riprendermi e sono rientrato a casa: dormivano tutti, beati loro.

domenica 15 maggio 2011

Ho proprio bisogno

Un tuo abbraccio è quello di cui ho bisogno, del senso di appartenenza e di tranquillità.
Ho ripreso a non dormire la notte, nel senso che mi addormento in fretta ma poi dopo poche ore mi sveglio e rimango lì senza un posto dove stare e senza un pensiero rassicurante. Magari è solo un periodo che deve passare, ma possibile che lo stia vivendo solo io?
Sono convinto che siamo stati qualcosa di diverso insieme e mi chiedo se saremo mai capaci di staccarci da quella condizione.