Quasi vent'anni

Luglio 2008
Quasi vent'anni è il tempo passato dal momento in cui l'ho conosciuta.
Quello che è scattato allora è già stato oggetto di pagine e filmografia, poi il tempo ha avuto ragione per un lungo periodo. Il pensiero era sempre a lei, a quello che era stato, che avrebbe potuto essere.
Persa di vista, senza contatti, sono passati anni alterni nei quali il bisogno di ritrovarla era asfissiante e sopito ma sempre presente.
Poi tramite altre conoscenze ho saputo dove si trovava; ho aspettato parecchio prima di chiamarla, dopo tutto quel tempo ero ancora più indeciso.
Dopo il primo appuntamento - neutro, asettico, falso - non ce l'ho fatta più, sono ritornato a vent'anni prima ed ho preso una porta in faccia.
"E' tutto finito", ho pensato, insieme alla porta si era chiuso anche il passato: cancellato.
Ma era come il mare che si gonfia al largo, non si vede, ma, quando arrivano, le sue ondate sommergono e spazzano via gli ostacoli. E' squillato il telefono, ho riconosciuto il suo numero. Un uragano.

sabato 24 settembre 2011

Una settimana niente male

Ti ho trascurato molto questa settimana a causa del tanto lavoro, pensa che non riuscivo nemmeno a guardare se c’era posta come facevo di solito, appena arrivato in ufficio, perchè subito c’era da correre; quei pochi minuti di calma che riuscivo a dedicarti si riducevano a frenetici secondi durante la giornata.
Pensavo che, visto che il presente è così così ed il futuro chissà, non c’è che il nostro passato a tenermi su. Ha ragione chi mi scriveva che i ricordi non se ne andranno mai e che il trucco sta nel trovare il modo con cui gestirli.
Un po’ come nel rugby, andare avanti tirando la palla all’indietro.

sabato 17 settembre 2011

Povertà

Avrei bisogno di qualcosa per cui pentirmi, così da avere una ragione per soffrire e cercare un’assoluzione.
Avrei bisogno di una giornata solo per me, durante la quale vagare nella provincia e mangiare un panino da solo su una panchina, col telefono ed il cervello spenti e guardando con distacco chi si affanna per arrivare in orario.
Ritornare a Milano, in quel circolo dove mi portava mio nonno quando ero piccolo a guardare i pensionati che giocano a bocce, appoggiato alla balaustra che delimita il campo con un bicchiere di vino in mano.
Avrei bisogno di piangere a dirotto, sfrenato e solitario.
Più di tutto, ovvio, ho bisogno di te, ma non avendo speranza, mi accontenterei anche di questi poveri desideri.

lunedì 12 settembre 2011

E' stata tua la colpa, allora adesso che vuoi?

E’ senz’altro anche colpa mia.
Un concetto indiscriminato di speranza mi ha fatto perseverare ciecamente in una storia che aveva un futuro difficile; colpa mia che fino a quando non vedo scritto ‘fine’ non mi fermo e anche adesso, che me lo hai scritto chiaro e tondo, continuo a sperare in un cedimento della tua parte del muro.
O forse sono stato troppo egoista (presuntuoso?), pensando che anche tu fossi d’accordo con la mia visione del nostro futuro, il poco meglio di niente e bla, bla, bla.
Ho sempre creduto che l’amore fosse un faccenda per egoisti: qualsiasi cosa pur di stare con la persona che si ama, per soddisfare il mio bisogno d’amore, per godere, non solo fisicamente, dello stare con te, di quanto fossero simili le emozioni ed i desideri.
E’ un segno d’immaturità aver continuato a cercare un motivo per il quale tu dovessi piegarti a quello che io mi aspettavo fosse il futuro della nostra storia.
E’ la somma di tutto questo che ti ha esaurito e sono stato io a spingere il masso giù per la scarpata anzichè cercare di frenarlo.

venerdì 9 settembre 2011

Aspetta che prima o poi passa

Oggi in ufficio, parlando di lavoro, è uscito il verbo 'assorbire' e - indovina? - eccoti lì, quando scrivevi di quanto ti piaceva restare stretta a me, assorbirmi attraverso la pelle, 'piccole gocce d'amore puro', le chiamavi.
Descrivevi così bene i momenti dei nostri incontri clandestini, la foga iniziale per il lungo digiuno e la calma che ne seguiva, gli occhi che si aprivano ed ognuno finalmente riconosceva l'altro, la sintonia che ci univa. 
Ho capito che non è possibile combattere contro certi ricordi perchè non se ne andranno mai e si può solo aspettare che passino per raccogliere di nuovo le forze.


mercoledì 7 settembre 2011

Più indietro che avanti

Non ci credo, va bene?
Non credo che tu stia passando delle giornate senza pensieri e che non abbia il desiderio di cercarmi ancora, dopo tutto quello che si è detto e fatto tra noi.
Io sto qui come mi hai chiesto di fare, silenzio radio, fantasmi che escono da tutti gli armadi; resto così perchè hai preso una decisione ma sono convinto che sia stata più grande di noi.
Però mi piacerebbe se mi raccontassi come stai davvero, ma non lo farai perchè sai che ci sarebbe il rischio di ricominciare tutto.

lunedì 5 settembre 2011

Ordine e disordine

Ci sono giornate nelle quali riesco a mettere insieme diversi e contrastanti pensieri, pensando che fa tutto parte di ciò che è mio e che si tratta di un patrimonio costruito con tutti i gesti, le parole e le emozioni che abbiamo condiviso e, a volte, subìto.
Raccolgo tutti gli elementi e li suddivido in belli/brutti, passato/futuro, come quando, alle elementari, si studiavano gli insiemi. Alcuni si catalogano facilmente e si collocano solidamente in un’area, altri che in apparenza sembravano destinati in un posto contengono una parte di zona grigia che li inquina; sono quelli più intrisi di speranza e di rassegnazione, i più dinamici, che assumono un significato a seconda dell’umore con il quale li si ricorda.
Si fa ordine e fa bene, ogni tanto, tirare una riga, anche se so che il giorno dopo o la settimana dopo o l’ora dopo ritornerà di nuovo il disordine.
E’ un esercizio che va fatto con calma ed in solitaria perchè alcuni ricordi sollevano ancora emozioni prepotenti e non mi va di mostrarmi a nessuno in questi momenti.
Per certi versi mi fa piacere sentire questi contraccolpi perchè mi dà un senso di vitalità, di aver partecipato a qualcosa che ha avuto una sua storia anche grazie a me, anche se non trovo consolazione in questo.
Continuare a navigare in mezzo a correnti che si contrastano obbliga a mantenere la barra dritta e la concentrazione accesa e, in qualche modo, a proseguire.

venerdì 2 settembre 2011

Asincrono

Perchè oggi provo quella sensazione di agitazione come quando venivo da te? La stretta allo stomaco, le mani un po' nervose, poca concentrazione sul lavoro, il conteggio dei minuti, tutto uguale, manchi solo tu.
Non c'è nulla di diverso da ieri e domani sarà uguale, anzi con un altro fine settimana da gestire.
Tu fai sempre quello che vuoi con me, esci e rientri, gridi e sussurri, io non riesco a sincronizzarmi e vengo preso sempre alla sprovvista.

giovedì 1 settembre 2011

Ci si attacca a tutto

E' pioggia questa mattina, la prima dopo tanto sole. E' anche il primo Settembre, speriamo sia di buon auspicio.
Si spera in qualsiasi cambiamento, anche solo metereologico.