Quasi vent'anni

Luglio 2008
Quasi vent'anni è il tempo passato dal momento in cui l'ho conosciuta.
Quello che è scattato allora è già stato oggetto di pagine e filmografia, poi il tempo ha avuto ragione per un lungo periodo. Il pensiero era sempre a lei, a quello che era stato, che avrebbe potuto essere.
Persa di vista, senza contatti, sono passati anni alterni nei quali il bisogno di ritrovarla era asfissiante e sopito ma sempre presente.
Poi tramite altre conoscenze ho saputo dove si trovava; ho aspettato parecchio prima di chiamarla, dopo tutto quel tempo ero ancora più indeciso.
Dopo il primo appuntamento - neutro, asettico, falso - non ce l'ho fatta più, sono ritornato a vent'anni prima ed ho preso una porta in faccia.
"E' tutto finito", ho pensato, insieme alla porta si era chiuso anche il passato: cancellato.
Ma era come il mare che si gonfia al largo, non si vede, ma, quando arrivano, le sue ondate sommergono e spazzano via gli ostacoli. E' squillato il telefono, ho riconosciuto il suo numero. Un uragano.

martedì 29 novembre 2011

Pensieri sdoganati

Mi si è ristretta la frequenza degli alti e bassi. Prima i periodi, buoni o cattivi, duravano alcuni giorni prima di cambiare verso, ora succede tutto nell’arco di una giornata, da un’ora con l’altra cambia la luna, non capisco se sia meglio o peggio.
Adesso è più difficile non aspettarsi nulla, ora che so che entrambi stiamo viaggiando col freno a mano tirato perchè il motore è sempre in presa ed il serbatoio pieno.
In questi ultimi giorni, quando per me è cambiato così tanto pur mantenendo una parvenza di distacco, i pensieri non si sono ancora rimessi al passo, nel senso che mi ritrovo ad aver paura di pensare a ciò che penso, forse la stessa sensazione che provi tu riguardo al non sapere quale marcia tenere.
Fino a poche settimane fa speravo con tutte le mie forze di ritrovarti anche se non sapevo cosa avrei fatto dopo; tu eri e rimani comunque al centro perciò i miei desideri riguardavano te, grandi sorsi di quello che era stato e delle speranze che mi portavo dentro. Non c'erano freni perchè ero solo in quei momenti e potevo fare a meno di confrontarmi con i tuoi stati d’animo anche se ne conosco la causa, proprio la mia presenza, infatti, avrebbe riportato indietro la tua angoscia.
Ora che la situazione si è di nuovo ribaltata - quanto volte abbiamo provato a lasciarci? - aprendo spiragli, è faticoso frenare l’inerzia che aveva acquistato la spinta della mia speranza e del libero pensiero: noi due soli, abbracciati, appassionati e consapevoli, questo vorrei.

domenica 20 novembre 2011

dentro e fuori da una bolla

Quanti strati di polvere e grigiore ha portato via in un attimo, tutto quello che avevo usato per tentare di coprire il suo ricordo è andato via lasciandomi ancora più stordito.
Sono stato contento per le poche ore passate insieme che, oltre alla felicità di averla nuovamente davanti, hanno confermato la sintonia nella quale ci siamo trovati, di quanto tutti e due avessimo bisogno di stare l’uno di fronte all’altra. In particolare, l’occasione di Lunedì è stata ancora più preziosa perchè inaspettata e perchè l’ho affrontata senza aspettarmi nulla, nè dando per scontato che ce ne saranno altre, anche se sperare non è più vietato. Mi sono goduto il momento, insomma.
Avremmo voluto tutti e due osare di più, ma c’era una domanda che ce lo ha impedito: “Come faremo domani?”. Ognuno ha una risposta diversa: per me significherebbe ritrovarti ancora ed avere anche solo quel poco di lei che mi rende felice lo stesso, ma per lei vorrebbe dire rientrare nella spirale che l'ha già angosciata, io soffro se non le sono vicino, lei altrettanto, ma se sono presente.
Difficile, anche per me che sono quello che si accontenta, capire adesso cosa succederà; credo però di aver capito che poco è cambiato dentro di noi. Questo, unito a tutto il tempo che è passato, mi ha fatto salire il desiderio di vederla spesso, con il rischio di uscite da film di serie B, tipo quella dell’altra sera, quando mi sono fatto trovare fuori dall'ufficio. Il bisogno, però, è sincero e ora che è tornata, meglio “ci sei sempre stata”, non mi par vero di poter anche solo parlarle ancora.
E’ molto difficile, però. Per esempio, in questo momento, alzo lo sguardo dal monitor ed incontro i suoi occhi che afferrano i miei e così si ricostruisce quella specie di bolla all’interno della quale rimaniamo soli, senza che niente sia cambiato dai tempi delle bretelle.
Cercherò, ma non prometto nulla, di limitare le piazzate e di aspettare un suo cenno in futuro, nessun limite o obiettivo.

giovedì 10 novembre 2011

Vertigine

Provo a fare ordine in testa, dopo la notte passata senza riposare e pensando al suono della tua voce al telefono, un balsamo sulle ferite. Ancora più inaspettata la tua proposta di vederci, dopo che avevi ribadito la decisione di non voler essere più coinvolta, chissà se ti aspettavi una risposta diversa.
Inutile fingere di non aver sperato in un incontro, nè di non essere stato felice nel sentire che sono ancora nei tuoi pensieri, e quanto. E’ un grosso carico di responsabilità: non voglio contrastare quello che hai deciso di fare con la tua vita e devo bilanciare l’esaltazione di questi momenti con la realtà dei fatti.
Ora, però, sono nella condizione per la quale non mi interessa nulla dei perchè e dei percome; pur restando con i piedi per terra, e ce ne vorrà di zavorra, voglio solo rivederti.

mercoledì 9 novembre 2011

Domande e risposte

Al telefono:
Tu: "Vuoi che ci vediamo?"
Io: "Sì"

venerdì 4 novembre 2011

Comunque qualcosa succederà

Non questa settimana, la prossima.