Quasi vent'anni

Luglio 2008
Quasi vent'anni è il tempo passato dal momento in cui l'ho conosciuta.
Quello che è scattato allora è già stato oggetto di pagine e filmografia, poi il tempo ha avuto ragione per un lungo periodo. Il pensiero era sempre a lei, a quello che era stato, che avrebbe potuto essere.
Persa di vista, senza contatti, sono passati anni alterni nei quali il bisogno di ritrovarla era asfissiante e sopito ma sempre presente.
Poi tramite altre conoscenze ho saputo dove si trovava; ho aspettato parecchio prima di chiamarla, dopo tutto quel tempo ero ancora più indeciso.
Dopo il primo appuntamento - neutro, asettico, falso - non ce l'ho fatta più, sono ritornato a vent'anni prima ed ho preso una porta in faccia.
"E' tutto finito", ho pensato, insieme alla porta si era chiuso anche il passato: cancellato.
Ma era come il mare che si gonfia al largo, non si vede, ma, quando arrivano, le sue ondate sommergono e spazzano via gli ostacoli. E' squillato il telefono, ho riconosciuto il suo numero. Un uragano.

martedì 21 febbraio 2012

Qualcosa su mia madre

Non credo che sia una questione risolvibile; mia madre ed io non siamo compatibili e non è possibile rimanere entrambi nella stessa stanza senza che scoppi una qualche lite.
Non so da cosa dipenda questa reciproca insofferenza, so che il trattamento varia tra noi fratelli: io sono il più vecchio, il primo, quello che, secondo tradizione, ha dovuto aprire la strada agli altri due che, secondo me, la vivono meglio. P., il terzo, è andato a vivere prima a Londra e poi in provincia di Como, comodamente lontano, L. assomiglia, anche fisicamente, a papà, era molto bravo a scuola, il primo a laurearsi con voti stellari, sicuramente il più tollerante dei tre, anche se recentemente ha avuto anche lui un paio di vivaci discussioni.
Non sono geloso nè invidioso dei miei fratelli, anzi, abbiamo anche cercato una strategia comune per la gestione della mamma, senza risultati.
Lei ha sempre bisogno di dimostrare che sa di qualunque argomento e che, in caso non fosse così, sarebbe bravissia e velocissima ad imparare. A sentir lei è stata la prima in Italia a prendere la patente, a tenere testa ai colleghi d'ufficio, ad usare come nessun altro i mezzi pubblici, a frequentare i supermercati.
Durante una qualsiasi conversazione cita sempre un episodio del suo passato in cui lei ha fatto non meglio, ma nell'unico modo possibile e non si rende conto che, raccontandolo a degli estranei, riesce solo a fare la figura della povera anziana che non si rassegna al fatto che il mondo è andato avanti.
In particolare, io resto l'incapace del gruppo che diventa insopportabile quando le fa notare che il suo ragionamento non sta in piedi o che quello che dice non è corretto; in queste occasioni non ci sono mezzi termini, scatta la reazione, lei alza il tono della voce, arrivano gli insulti e non importa chi c'è presente, quello che le preme è ribadire di avere ragione anche quando è palese a tutti il contrario.
Dopo l'ultima scenata di Domenica credo di aver raggiunto il limite ed ho deciso di trovare una qualsiasi scusa, i miei leggendari mal di testa aiuteranno, per evitarla in futuro.