Quasi vent'anni

Luglio 2008
Quasi vent'anni è il tempo passato dal momento in cui l'ho conosciuta.
Quello che è scattato allora è già stato oggetto di pagine e filmografia, poi il tempo ha avuto ragione per un lungo periodo. Il pensiero era sempre a lei, a quello che era stato, che avrebbe potuto essere.
Persa di vista, senza contatti, sono passati anni alterni nei quali il bisogno di ritrovarla era asfissiante e sopito ma sempre presente.
Poi tramite altre conoscenze ho saputo dove si trovava; ho aspettato parecchio prima di chiamarla, dopo tutto quel tempo ero ancora più indeciso.
Dopo il primo appuntamento - neutro, asettico, falso - non ce l'ho fatta più, sono ritornato a vent'anni prima ed ho preso una porta in faccia.
"E' tutto finito", ho pensato, insieme alla porta si era chiuso anche il passato: cancellato.
Ma era come il mare che si gonfia al largo, non si vede, ma, quando arrivano, le sue ondate sommergono e spazzano via gli ostacoli. E' squillato il telefono, ho riconosciuto il suo numero. Un uragano.

venerdì 26 giugno 2009

Mi è stato tolto un mondo

Anche ascoltare musica è diverso e asciutto. Ho in mente noi due che, con un auricolare ciascuno e legati dallo sguardo, non ci facciamo mancare questi momenti adolescenziali ma, d'altronde, dovevamo recuperare il tempo perso non avendone avuto la possibilità quando avevamo l'età.
Non ho più commozione, il vampare all'accorgersi delle lacrime che stanno arrivando per la felicità di averla tra le braccia, nel vederla scendere dall'auto e dirigersi verso di me; è rimasto un pozzo, nero, echeggiante di urla di un prigioniero che si trova sul fondo e sa di non poter arrampicarsi e che fra poco non avrà più voce per gridare.
Ho perso il senso della misura e dell'attenzione, quando guido, suono, lavoro.
Forse sono i primi periodi, quelli ai quali bisogna abituarsi dopo un cambiamento.

2 commenti:

Abby ha detto...

posso fare una domanda molto personale? perché hai deciso di chiudere?
voglio dire, da quello che leggevo prima, era quello che aspettavi da una vita (per modo di dire, ovviamente). magari non come te lo aspettavi, ma quello che aspettavi sicuramente. o, almeno, io tra le righe leggevo quello.
la situazione era diventata troppo pesante, insostenibile?
premetto che non sono ferrata in "materia", ma in linea generale mi piace capire il perché delle azioni.
puoi anche dirmi che non hai voglia di rispondermi, lo capisco.

Deleted ha detto...

Sicuramente le difficoltà crescevano sempre di più e la convinzione necessaria a tutti e due per mantenere in vita una doppia esistenza sbatteva sempre più di frequente contro le pratiche quotidiane che dovevano essere piegate per far posto alla nostra clandestinità.
Così, l'ennesima frustrazione per un incontro mancato, forse la classica goccia, mi ha trovato in un momento di disperazione dopo settimane in cui non avevo potuto far altro se non immaginarla, senza avere neanche una minima prospettiva di quando sarebbe stato possibile vederci di nuovo; lei arrivava da un periodo molto difficile per una serie di motivi al di là del nostro rapporto e, una sera, ho trovato un suo messaggio nel quale esprimeva tutta la sua insicurezza unita alla prostrazione del momento. Mi sembrava che, nell'analisi che lei faceva delle alternative possibili - solo due, prendere o lasciare - quella di abbandorare tutto fosse lì dietro l'angolo, così non ho fatto altro che anticipare quello che sarebbe comunque successo.
Non passa giorno che non riveda me stesso mentre le scrivo e mi tormento sapendo che chiudere non era la decisione giusta; adesso come allora non esiste una decisione giusta.
E' vero, la mia vita è comunque stata condizionata da lei, sia quando ci siamo conosciuti ed amati tanti anni fa, così come nell'attesa di quella specie di miracolo che è stato ritrovarla, per arrivare fino ad oggi e capire che se solo i tempi e le circostanze fossero state diverse...
Non credo che esista solo un perchè che ha generato questa decisione e queste settimane di completo silenzio mi hanno logorato.
Non sai che strazio ogni sera prima di dormire chiedermi: "Perchè hai deciso di chiudere?"
Buone vacanze, cara Abby, torna a trovarmi.