Quasi vent'anni

Luglio 2008
Quasi vent'anni è il tempo passato dal momento in cui l'ho conosciuta.
Quello che è scattato allora è già stato oggetto di pagine e filmografia, poi il tempo ha avuto ragione per un lungo periodo. Il pensiero era sempre a lei, a quello che era stato, che avrebbe potuto essere.
Persa di vista, senza contatti, sono passati anni alterni nei quali il bisogno di ritrovarla era asfissiante e sopito ma sempre presente.
Poi tramite altre conoscenze ho saputo dove si trovava; ho aspettato parecchio prima di chiamarla, dopo tutto quel tempo ero ancora più indeciso.
Dopo il primo appuntamento - neutro, asettico, falso - non ce l'ho fatta più, sono ritornato a vent'anni prima ed ho preso una porta in faccia.
"E' tutto finito", ho pensato, insieme alla porta si era chiuso anche il passato: cancellato.
Ma era come il mare che si gonfia al largo, non si vede, ma, quando arrivano, le sue ondate sommergono e spazzano via gli ostacoli. E' squillato il telefono, ho riconosciuto il suo numero. Un uragano.

mercoledì 28 dicembre 2011

Neanche fosse gelatina

Forse sono io che devo abituarmi ad essere più ‘blando’; non so cosa aspettarmi, tu dici di pensarmi sempre, addirittura sono presente in modo fastidioso e che non ti piace rivangare il tempo che hai passato e passi senza di me.
Io so che il tempo senza di te passa e lascia dei graffi improvvisi, come quando stai pensando ad altro e non ti accorgi di urtare qualcosa di tagliente.
Meglio concentrarsi su come smaltire i pranzi delle feste.

lunedì 19 dicembre 2011

La scelta

La tua idea è di mantenere i contatti "magari in maniera blanda ma escludendo la parte più accorata” per cercare di andare "oltre la questione sentimentale", fermo restando che la proposta non è quella di "diventare amici, non sia mai".
Mi va bene tutto, anche di essere considerato ‘a disposizione’, ho solo dei dubbi riguardo all’accantonare la questione sentimentale, a come realizzarlo in pratica: basterà limare il vocabolario, far finta di non accorgersi di cosa c’è sotto?
I baci di quando ci siamo rivisti non avevano certo bisogno di essere interpretati.

lunedì 12 dicembre 2011

Saper scegliere

Non resta, nemmeno se ne va.
Piuttosto ritorna, ciclicamente, quando uno dei due raggiunge il proprio punto di rottura, quando non se ne può più di sperare che accada qualcosa ed occorre forzare la mano, quando ripercorrere mentalmente e fisicamente i percorsi che abbiamo fatto nostri rende esausti (tra l’altro, non credevo che anche tu, come me, ti recassi ogni tanto nei nostri luoghi di ritrovo nell’assurda speranza di incontrarmi).
Non so nemmeno come definirla questa cosa che un minuto prima era necessaria ed improvvisamente diventa indispensabile; non segue un’accelerazione costante, fa un balzo e copre quell’ultima distanza che separa la resistenza dal crollo, che crea quell’urgenza per la quale tutto diventa secondario fino a quando non si afferra di nuovo l’altro, a cervello spento, guidati solo dalla passione.
E poco dopo la ragione risale e si affaccia alla porta, apre la valigia che contiene tutte le angosce e le elenca una per una, così a noi non resta che riprenderle sulle spalle e fare una scelta.

mercoledì 7 dicembre 2011

Stallo

Non riesco a togliermi il pensiero che l'aver ripreso i contatti possa disturbarti tanto quanto l'effetto che ti facevano i nostri passati incontri, l'angoscia del giorno dopo; sono preoccupato ma allo stesso tempo senza la volontà di staccarmi da te.
So che la situazione è complicata, mi dispiace non avere una soluzione.

martedì 29 novembre 2011

Pensieri sdoganati

Mi si è ristretta la frequenza degli alti e bassi. Prima i periodi, buoni o cattivi, duravano alcuni giorni prima di cambiare verso, ora succede tutto nell’arco di una giornata, da un’ora con l’altra cambia la luna, non capisco se sia meglio o peggio.
Adesso è più difficile non aspettarsi nulla, ora che so che entrambi stiamo viaggiando col freno a mano tirato perchè il motore è sempre in presa ed il serbatoio pieno.
In questi ultimi giorni, quando per me è cambiato così tanto pur mantenendo una parvenza di distacco, i pensieri non si sono ancora rimessi al passo, nel senso che mi ritrovo ad aver paura di pensare a ciò che penso, forse la stessa sensazione che provi tu riguardo al non sapere quale marcia tenere.
Fino a poche settimane fa speravo con tutte le mie forze di ritrovarti anche se non sapevo cosa avrei fatto dopo; tu eri e rimani comunque al centro perciò i miei desideri riguardavano te, grandi sorsi di quello che era stato e delle speranze che mi portavo dentro. Non c'erano freni perchè ero solo in quei momenti e potevo fare a meno di confrontarmi con i tuoi stati d’animo anche se ne conosco la causa, proprio la mia presenza, infatti, avrebbe riportato indietro la tua angoscia.
Ora che la situazione si è di nuovo ribaltata - quanto volte abbiamo provato a lasciarci? - aprendo spiragli, è faticoso frenare l’inerzia che aveva acquistato la spinta della mia speranza e del libero pensiero: noi due soli, abbracciati, appassionati e consapevoli, questo vorrei.

domenica 20 novembre 2011

dentro e fuori da una bolla

Quanti strati di polvere e grigiore ha portato via in un attimo, tutto quello che avevo usato per tentare di coprire il suo ricordo è andato via lasciandomi ancora più stordito.
Sono stato contento per le poche ore passate insieme che, oltre alla felicità di averla nuovamente davanti, hanno confermato la sintonia nella quale ci siamo trovati, di quanto tutti e due avessimo bisogno di stare l’uno di fronte all’altra. In particolare, l’occasione di Lunedì è stata ancora più preziosa perchè inaspettata e perchè l’ho affrontata senza aspettarmi nulla, nè dando per scontato che ce ne saranno altre, anche se sperare non è più vietato. Mi sono goduto il momento, insomma.
Avremmo voluto tutti e due osare di più, ma c’era una domanda che ce lo ha impedito: “Come faremo domani?”. Ognuno ha una risposta diversa: per me significherebbe ritrovarti ancora ed avere anche solo quel poco di lei che mi rende felice lo stesso, ma per lei vorrebbe dire rientrare nella spirale che l'ha già angosciata, io soffro se non le sono vicino, lei altrettanto, ma se sono presente.
Difficile, anche per me che sono quello che si accontenta, capire adesso cosa succederà; credo però di aver capito che poco è cambiato dentro di noi. Questo, unito a tutto il tempo che è passato, mi ha fatto salire il desiderio di vederla spesso, con il rischio di uscite da film di serie B, tipo quella dell’altra sera, quando mi sono fatto trovare fuori dall'ufficio. Il bisogno, però, è sincero e ora che è tornata, meglio “ci sei sempre stata”, non mi par vero di poter anche solo parlarle ancora.
E’ molto difficile, però. Per esempio, in questo momento, alzo lo sguardo dal monitor ed incontro i suoi occhi che afferrano i miei e così si ricostruisce quella specie di bolla all’interno della quale rimaniamo soli, senza che niente sia cambiato dai tempi delle bretelle.
Cercherò, ma non prometto nulla, di limitare le piazzate e di aspettare un suo cenno in futuro, nessun limite o obiettivo.

giovedì 10 novembre 2011

Vertigine

Provo a fare ordine in testa, dopo la notte passata senza riposare e pensando al suono della tua voce al telefono, un balsamo sulle ferite. Ancora più inaspettata la tua proposta di vederci, dopo che avevi ribadito la decisione di non voler essere più coinvolta, chissà se ti aspettavi una risposta diversa.
Inutile fingere di non aver sperato in un incontro, nè di non essere stato felice nel sentire che sono ancora nei tuoi pensieri, e quanto. E’ un grosso carico di responsabilità: non voglio contrastare quello che hai deciso di fare con la tua vita e devo bilanciare l’esaltazione di questi momenti con la realtà dei fatti.
Ora, però, sono nella condizione per la quale non mi interessa nulla dei perchè e dei percome; pur restando con i piedi per terra, e ce ne vorrà di zavorra, voglio solo rivederti.

mercoledì 9 novembre 2011

Domande e risposte

Al telefono:
Tu: "Vuoi che ci vediamo?"
Io: "Sì"

venerdì 4 novembre 2011

Comunque qualcosa succederà

Non questa settimana, la prossima.

giovedì 6 ottobre 2011

Quanto ancora?

Non è possibile, non ce la faccio più.
Stanotte ho sognato il mio telefono che suonava e la tua voce - la tua! - che diceva: “Ciao, sono io.”, con quel tono titubante che avevi sempre, come se non sapessi quale risposta aspettarti.
Era così reale che mi sono alzato a controllare assurdamente se ci fossero state chiamate perse.
Sei sempre qui, vicinissima, la voglia di toccarti è tale che devo rileggere spesso le tue ultime parole, “ti sarei grata se mi evitassi di tornare sull'argomento in futuro”, per respingere il desiderio di  cercarti ancora.

Trovo anche poco senso nel continuarne a scrivere, sempre gli stessi pensieri, le stesse angosce, monotematico, nessun passo avanti.

domenica 2 ottobre 2011

Forse non è la strada giusta

Cosa mi lega ancora a te?
Dopo tutti questi mesi di silenzio, di conferma della tua decisione di non volermi più vedere mi domando quale sia il motivo ultimo per il quale non riesca a rassegnarmi.
Mi chiedo anche se quello che hai deciso corrisponda con ciò che desideri o se ti stia sforzando di fartelo piacere.
Come mi è già capitato in passato, è il non sapere che m’inquieta, anche se adesso non fa differenza, visto che di te non devo più sapere niente.
Ad ogni modo, sono sempre alla ricerca di un modo per razionalizzare quello che ancora provo per te. Se devo abbandonare le speranze ho bisogno di ridurre l’influenza dei miei sentimenti verso di te; forse, partendo dalle motivazioni per le quali continuo a pensarti, posso riuscire a disinnescarne almeno qualcuna così da creare la massa critica necessaria per avere più indifferenza che coscienza.
Tutto è nato quando nella storia delle nostre vite ognuno è entrato con la propria in quella dell’altro: tutti e due abbiamo riconosciuto subito quell’incontro per quello che era, un taglio netto con quanto avevamo pianificato delle nostre esistenze, nulla sarebbe stato più come prima.
Lasciamo stare i discorsi sul destino che ci domina, no lo scelgo io, eccetera, resta che tu eri lì per me ed io per te, in quel momento i fili della nostra vita si sono legati con nodi per i quali servono due volontà per essere sciolti.
Non so tu, ma io mi sento come se dovessi tenere entrambi i capi dei fili per mantenere saldo il nodo, dato che do per scontato che tu abbia lasciato andare il tuo.
Naturalmente sei libera di fare quello che vuoi e di avere il diritto di vedere rispettate le tue decisioni, ma altrettanto io esercito la mia prerogativa di assecondare i miei sentimenti.
Quello che mi lega a te è il risultato di anni di tenacia e consapevolezza di quanto io sia innamorato, due forze, perseveranza ed amore, che è difficile ricondurre a qualcosa di razionale.
Forse la strada che ho imboccato, quella di cercare un modo per lasciarti andare, non è quella giusta, di sicuro non è (ancora?) tempo per percorrerla.

sabato 24 settembre 2011

Una settimana niente male

Ti ho trascurato molto questa settimana a causa del tanto lavoro, pensa che non riuscivo nemmeno a guardare se c’era posta come facevo di solito, appena arrivato in ufficio, perchè subito c’era da correre; quei pochi minuti di calma che riuscivo a dedicarti si riducevano a frenetici secondi durante la giornata.
Pensavo che, visto che il presente è così così ed il futuro chissà, non c’è che il nostro passato a tenermi su. Ha ragione chi mi scriveva che i ricordi non se ne andranno mai e che il trucco sta nel trovare il modo con cui gestirli.
Un po’ come nel rugby, andare avanti tirando la palla all’indietro.

sabato 17 settembre 2011

Povertà

Avrei bisogno di qualcosa per cui pentirmi, così da avere una ragione per soffrire e cercare un’assoluzione.
Avrei bisogno di una giornata solo per me, durante la quale vagare nella provincia e mangiare un panino da solo su una panchina, col telefono ed il cervello spenti e guardando con distacco chi si affanna per arrivare in orario.
Ritornare a Milano, in quel circolo dove mi portava mio nonno quando ero piccolo a guardare i pensionati che giocano a bocce, appoggiato alla balaustra che delimita il campo con un bicchiere di vino in mano.
Avrei bisogno di piangere a dirotto, sfrenato e solitario.
Più di tutto, ovvio, ho bisogno di te, ma non avendo speranza, mi accontenterei anche di questi poveri desideri.

lunedì 12 settembre 2011

E' stata tua la colpa, allora adesso che vuoi?

E’ senz’altro anche colpa mia.
Un concetto indiscriminato di speranza mi ha fatto perseverare ciecamente in una storia che aveva un futuro difficile; colpa mia che fino a quando non vedo scritto ‘fine’ non mi fermo e anche adesso, che me lo hai scritto chiaro e tondo, continuo a sperare in un cedimento della tua parte del muro.
O forse sono stato troppo egoista (presuntuoso?), pensando che anche tu fossi d’accordo con la mia visione del nostro futuro, il poco meglio di niente e bla, bla, bla.
Ho sempre creduto che l’amore fosse un faccenda per egoisti: qualsiasi cosa pur di stare con la persona che si ama, per soddisfare il mio bisogno d’amore, per godere, non solo fisicamente, dello stare con te, di quanto fossero simili le emozioni ed i desideri.
E’ un segno d’immaturità aver continuato a cercare un motivo per il quale tu dovessi piegarti a quello che io mi aspettavo fosse il futuro della nostra storia.
E’ la somma di tutto questo che ti ha esaurito e sono stato io a spingere il masso giù per la scarpata anzichè cercare di frenarlo.

venerdì 9 settembre 2011

Aspetta che prima o poi passa

Oggi in ufficio, parlando di lavoro, è uscito il verbo 'assorbire' e - indovina? - eccoti lì, quando scrivevi di quanto ti piaceva restare stretta a me, assorbirmi attraverso la pelle, 'piccole gocce d'amore puro', le chiamavi.
Descrivevi così bene i momenti dei nostri incontri clandestini, la foga iniziale per il lungo digiuno e la calma che ne seguiva, gli occhi che si aprivano ed ognuno finalmente riconosceva l'altro, la sintonia che ci univa. 
Ho capito che non è possibile combattere contro certi ricordi perchè non se ne andranno mai e si può solo aspettare che passino per raccogliere di nuovo le forze.


mercoledì 7 settembre 2011

Più indietro che avanti

Non ci credo, va bene?
Non credo che tu stia passando delle giornate senza pensieri e che non abbia il desiderio di cercarmi ancora, dopo tutto quello che si è detto e fatto tra noi.
Io sto qui come mi hai chiesto di fare, silenzio radio, fantasmi che escono da tutti gli armadi; resto così perchè hai preso una decisione ma sono convinto che sia stata più grande di noi.
Però mi piacerebbe se mi raccontassi come stai davvero, ma non lo farai perchè sai che ci sarebbe il rischio di ricominciare tutto.

lunedì 5 settembre 2011

Ordine e disordine

Ci sono giornate nelle quali riesco a mettere insieme diversi e contrastanti pensieri, pensando che fa tutto parte di ciò che è mio e che si tratta di un patrimonio costruito con tutti i gesti, le parole e le emozioni che abbiamo condiviso e, a volte, subìto.
Raccolgo tutti gli elementi e li suddivido in belli/brutti, passato/futuro, come quando, alle elementari, si studiavano gli insiemi. Alcuni si catalogano facilmente e si collocano solidamente in un’area, altri che in apparenza sembravano destinati in un posto contengono una parte di zona grigia che li inquina; sono quelli più intrisi di speranza e di rassegnazione, i più dinamici, che assumono un significato a seconda dell’umore con il quale li si ricorda.
Si fa ordine e fa bene, ogni tanto, tirare una riga, anche se so che il giorno dopo o la settimana dopo o l’ora dopo ritornerà di nuovo il disordine.
E’ un esercizio che va fatto con calma ed in solitaria perchè alcuni ricordi sollevano ancora emozioni prepotenti e non mi va di mostrarmi a nessuno in questi momenti.
Per certi versi mi fa piacere sentire questi contraccolpi perchè mi dà un senso di vitalità, di aver partecipato a qualcosa che ha avuto una sua storia anche grazie a me, anche se non trovo consolazione in questo.
Continuare a navigare in mezzo a correnti che si contrastano obbliga a mantenere la barra dritta e la concentrazione accesa e, in qualche modo, a proseguire.

venerdì 2 settembre 2011

Asincrono

Perchè oggi provo quella sensazione di agitazione come quando venivo da te? La stretta allo stomaco, le mani un po' nervose, poca concentrazione sul lavoro, il conteggio dei minuti, tutto uguale, manchi solo tu.
Non c'è nulla di diverso da ieri e domani sarà uguale, anzi con un altro fine settimana da gestire.
Tu fai sempre quello che vuoi con me, esci e rientri, gridi e sussurri, io non riesco a sincronizzarmi e vengo preso sempre alla sprovvista.

giovedì 1 settembre 2011

Ci si attacca a tutto

E' pioggia questa mattina, la prima dopo tanto sole. E' anche il primo Settembre, speriamo sia di buon auspicio.
Si spera in qualsiasi cambiamento, anche solo metereologico.

mercoledì 24 agosto 2011

A proposito di decisioni

Mi accorgo di svegliarmi al mattino con un senso di attesa, con un’aspettativa che succeda qualcosa, un qualche cambiamento, novità di qualsiasi tipo.
La giornata passa pensando che, magari, il prossimo minuto sarà fuori dal comune o che arrivi del coraggio per fare non so ancora bene cosa.
A proposito del dover gestire una decisione presa da altri che ti coinvolge, mi sento come in balia delle conseguenze, sbattuto a destra e a sinistra senza poter opporre alcuna resistenza, destinato a trovare un equilibrio su un terreno che non conosco e che non lascia capire se e quali insidie ci siano nascoste.
Adesso mi metto in macchina e torno a casa, un po’ controvoglia.

domenica 21 agosto 2011

Avanti, anche a fari spenti

Le ferie sono sempre state un altro momento critico da affrontare; non avendo altri impegni se non quello di gestire il tempo, occorre farsi ancora più forza per non cedere alla tentazione di contattarti, così come già accaduto in passato. Devo dire di essere diligente nel limitare la ricerca di te, però mi chiedo quanto serva se, anche per evitarti, devo costantemente confrontarmi con te, che equivale ad averti sempre in testa.
Non riesco ancora a capire dove mi stia portando il percorso che ho iniziato.

venerdì 12 agosto 2011

Correre lontano

Ho trovato un accordo con le ragazze che gestiscono il centro sportivo del paese dove lavoro per farmi usare le docce anche se, da quanto ho capito, questo non è un periodo nel quale è aperto al pubblico; riesco così a fare una corsa nell’intervallo di pranzo lungo una pista ciclabile lontana dalla strada e deserta, a quell’ora.
Riesco a percorrere sette chilometri; in questi giorni il caldo era un po’ fastidioso, ma qui siamo dentro una valle, a trecento metri sul livello del mare ed i colleghi mi dicono che le giornate di sole sono concentrate tra Luglio e Agosto, dopodichè nuvole e pioggia.
La prossima settimana, e solo per quella, sarò in ferie, più che farle le subirò.

venerdì 5 agosto 2011

Càpita

Poi capitano le giornate come quella di ieri, in cui si ha solo bisogno di ricordare e di soffrire, quindi si sfrutta la lunga strada verso casa ascoltando solo un certo tipo di musica o lasciando spenta la radio, addirittura rispettando i limiti di velocità.
Capita che, uscito prima dal lavoro per un appuntamento dal medico, si esca a quel casello che ben si conosce per appostarsi fuori dal tuo ufficio e vederti uscire stando attenti a non essere notati quindi affrontare il viaggio di ritorno piegati in due dalla tristezza.

martedì 2 agosto 2011

Passi forzati

Scrivevo, qualche giorno fa, che il nuovo corso che sto tentando di seguire andasse perfezionato; mi risulta ancora molto difficile rinunciare a tutti i punti fermi che mi sono creato in questi mesi, come controllare spesso la posta, nominarti a voce alta - quando è possibile, naturalmente - inventare dei dialoghi con te, rileggere qualche vecchia mail.
Un pezzettino alla volta cerco di neutralizzare le occasioni di ricordarti; certo che continuare a scriverne è un controsenso, forse, magari, anche questo se ne andrà da solo, col tempo.
Intanto, ho spostato questo diario dalla casella di posta ai documenti di google; fino a qualche giorno fa, scrivevo in una mail perennemente tenuta in stato ‘bozza’ ma che aveva il difetto di essere sullo stesso account dove ricevevo i tuoi messaggi, così che il proposito di non sbirciare se ne fossero arrivati di nuovi se andava a quel paese, visto che, di solito, non scrivo tutto di getto, ma inizio e completo con calma ed un post ci mette qualche giorno per comporsi.
Come le persone che soffrono di manie, cerco di aderire ad un programma con pochi e chiari obiettivi, ad esempio la posta si apre al mattino per controllare, hai visto mai, e poi nulla più fino al giorno dopo.
In generale, cerco di ridirezionare la perseveranza che avevo avuto nel cercarti verso l’abbandonarti, anche se scriverlo mi mette i brividi perchè credo che sia e sarà sempre una cosa contro natura, un rimpianto che porterò sempre con me.

venerdì 29 luglio 2011

Lasciami solo

Un verso di una vecchia canzone recitava: ‘vattene amore’; ti prego esci dalla mia testa che, non appena si accende al mattino e prima di spegnersi alla sera, ti trova sempre lì.
Odio questa impossibilità di agire, essere obbligato ad aspettare di avere una giornata impegnativa al lavoro o con un numero di distrazioni tale da annebbiare il tuo ricordo, oltretutto senza procurare troppo beneficio, perchè quando il lavoro finisce e le distrazioni se ne vanno tu ritorni a reclamare violentemente attenzione.
Ti ricordi quando parlavamo di raggiungere la tranquillità che deriva dalle decisioni, dall’accettazione del destino, dall’inevitabile? Ero io che mi rivolgevo a te e la direzione che stava prendendo la nostra storia era esattamente contraria a quella di oggi, ma il concetto è ancora valido, basta invertire il senso di marcia, roba facile.
Piccoli passi, certo, da fare per recuperare un po’ di calma, ma mi sembra che ogni metro percorso per allontanarmi tu lo recuperi con gli interessi.

domenica 24 luglio 2011

Lotta continua

Com'è difficile tenerti fuori dalla mia testa.
Prima era necessario impegnarsi per tenerti a bada, ti lasciavo entrare perchè così desideravo e tutto lo sforzo era dedicato a non lasciare trasparire quanto mi mancassi; adesso ce ne vuole ancora di più perchè continuo a desiderarti ma devo anche trovare il modo di abbandonarti.
Cosa significa lasciare una persona? Si riesce mai a farlo del tutto?

lunedì 18 luglio 2011

Capitani coraggiosi

Non ce la faccio più.
Non è colpa di nessuno, o forse sono io che ho continuato ad inseguire un'impossibile novità, sta di fatto che non riesco a sopportare la tensione di sperare sempre e comunque.
Ho deciso quindi di cominciare un graduale cambiamento dei modi di rimanere attaccato a te, come nominarti di nascosto o controllare la posta diverse volte al giorno.
Non smetterò di amarti, non potrei, ma credo sia ora di rimettere i piedi in terra.
Non ho un metodo certo, mi sembra che possa essere un inizio quello di rinunciare a qualche ossessione, l'importante è cominciare, mi aggiusterò in corsa semmai.

domenica 17 luglio 2011

Due speranze

Cinque mesi sono passati dal tuo addio.
Fa bene guardare indietro ed annotare quando sia stato bravo a tenere duro e superare i momenti difficili e pericolosi nei quali l'assenza di te era così violenta, un po' di autoconvincimento positivo.
Non che desideri una durata indefinita di questa situazione, credo di essere diviso tra due tipi diversi di speranza.
Da una parte, prima di tutto, spero che tu cambi la tua decisione e che il nostro amore travagliato valga i compromessi (sempre loro!) da accettare. Egoisticamente, spero in un tuo momento di debolezza, ne avrai pure qualcuno anche tu.
Dall'altra, vorrei trovare un'uscita da questa quotidiana lotta.
C'è sempre e comunque un punto fermo, qualunque futuro mi aspetti: io ti amo e, sempre perchè le parole, quelle che hai detto e scritto, hanno un valore, sono convinto che anche tu provi lo stesso per me.

lunedì 11 luglio 2011

Non sono un romantico

Non mi sono mai permesso di essere romantico, ieri però mi sarebbe piaciuto un lieto fine.
Ho fatto un giro fino al parco di Monza, ho noleggiato una bicicletta ed ho cominciato a percorrere le strade ed i sentieri. L'avevo già fatto e mi era andata bene, anche se a pensarci adesso fa impressione dato che è successo tre anni fa; ad un certo punto ti avevo incrociata e mi sono portato dietro il tuo sguardo incredulo per tutto il giorno. Ma certo, allora era diverso.
Ieri non sono stato così fortunato, c'era moltissima gente e sarebbe stato difficile scorgerti anche avendo saputo dove fossi, speravo in un lampo di buona sorte ma niente.
Nella mia disperazione ho immaginato perfino che tu ci fossi stata, mi avessi visto e che non avresti resistito a farmelo sapere in qualche modo, ma la casella di posta è inesorabilmente vuota.
Più razionalmente, è il solito periodo più oscuro e triste del normale, tanto bisogno di te ma nessun rimedio.

domenica 10 luglio 2011

Causa ed effetto

E' stato a causa delle tue improbabili bretelle che indossavi il primo giorno di lavoro, quando ci siamo stretti la mano per presentarci, che non ho potuto far a meno di essere incuriosito e di farmi trafiggere dal tuo sguardo.
Così come quando avevamo capito quanto pericolosa poteva diventare la nostra storia ed abbiamo deciso di troncare, il primo tentativo di tanti: il Venerdì di quella settimana, all'ora di uscire dal lavoro, ti ho chiamato per salutarti perchè non ce la facevo più ad ignorarti anche solo dopo qualche giorno e tu mi hai accolto con un 'speravo che chiamassi'.
E' stato perchè ho continuato a tenerti nel mio cuore, e tempo dopo tu mi hai detto di aver fatto altrettanto, che non potevamo non ritrovarci.
E' stato a causa di quello che avremmo potuto essere stati se, per un breve periodo, lo siamo diventati davvero.
Noi siamo la causa, noi siamo l'effetto, un cerchio chiuso.
Anche adesso, nel silenzio e contro natura, io credo che continuiamo ad essere indivisibili.

sabato 2 luglio 2011

O troppo o niente

Qualche giorno fa volevo sognarti e si vede che era il momento giusto, perchè da qualche notte ti ritrovo puntuale. Non quel mio sogno preferito, ma il ricordo di un nostro incontro a Maggio 2008, appena ripresi i contatti dopo anni, in quello che chiamavamo 'il parco desolato'. Io ero già lì e facevo la ronda tra i due ingressi per vedere da dove saresti entrata; ero sul viale che porta all'ingresso principale quanto sei arrivata e camminando l'uno verso l'altra ci siamo incontrati a metà strada e, spontaneamente, ci siamo baciati.
Attraverso le tue labbra tutto è tornato al suo posto, dove ci trovavamo noi in quel momento, due anime che non potevano stare più lontane.
Il sogno si è ripetuto ancora e prosegue in queste notti con l'effetto che un bel ricordo si è trasformato in doloroso desiderio.

domenica 19 giugno 2011

Merce rara

Credo di aver bevuto troppo, ma sono solo in casa e sarò a dormire quando gli altri rientreranno, perciò al diavolo, sto vivendo qualche minuto della mia vita senza doverne rendere conto a nessuno, è un privilegio che capita a pochi, e raramente.
Non vedo l'ora che sia Lunedì per ammazzarmi di lavoro tutta la prossima settimana.

Rimango senza far niente

Non posso nemmeno più cercarti, primo perchè so esattamente dove trovarti e poi perchè non vuoi essere trovata.
Sono costretto a rimanere impotente, con la consapevolezza che la distanza che ci separa potrebbe essere colmata con un click, ma sapendo anche che il dito non può premere il bottone. Vivo in questo stallo continuo, un bilanciamento tra il mio desiderio di te ed il rispetto della tua decisione. Non ho più uno scopo se non quello di stare in silenzio (sperare è un obiettivo?) mentre nella mia testa rimbomba l'urlo continuo del tuo nome.

lunedì 13 giugno 2011

Non è vero che 'meglio soli'

Oggi è stato il primo giorno nel nuovo posto di lavoro.
Nonostante non sia la prima volta che cambio, in un certo momento della giornata mi ha preso una forte sensazione di incapacità, come se qualcuno mi avesse ripetuto continuamente all'orecchio se fossi sicuro di farcela ed io avessi realizzato tutto in un colpo questo messaggio subliminale ma neanche tanto.
E' stato un momento di paura che ha avuto alla fine la sua conclusione, però mi sono sentito completamente solo e senza nessuno a cui raccontare la mia storia.

martedì 7 giugno 2011

Forse sognare

Vorrei sognarti.
Quel sogno che mi piace tanto, dove io inseguo nella folla qualcuno che sembri tu e nel momento in cui mi accorgo di essermi sbagliato arrivi alle spalle e mi sorridi come per dirmi: 'sono sempre stata qui, sciocco'. Poi mi abbracci e rimaniamo a guardarci, felici di esserci ritrovati.
Non m'importa di come mi sveglierò dopo, di quanto dovrò masticare amaro per ricondurmi alla disciplina e voltarmi dall'altra parte ogni volta che occuperai il mio orizzonte, perchè sei sempre lì, inamovibile e profonda.
Ci ho pensato: non vorrei evitare questa sofferenza perchè mi sembrerebbe di amarti meno, perchè quello che ancora sei non è diverso da quando c'eri ancora ed il dolore alimenta la mia speranza.

sabato 4 giugno 2011

Ordine e disordine

Avrei bisogno di un imprevisto: spezzare la sequenza di azioni e pensieri che mi sto costruendo per avere dei punti di riferimento durante la giornata, sapere che devo concentrarmi su una certa attività in un determinato momento così da dedicare i pensieri solo a quello.
E' un trucco che funziona poco, ma è il migliore che sono riuscito a trovare finora; certo che questo fine settimana lungo, con il ponte di venerdì ha cambiato l'ordine delle cose ed ho dovuto trovare delle vie di fuga ancora meno efficaci. Sono andato sempre a correre, per esempio, e mi sono concesso del tempo in più sia per la corsa che per la ginnastica. Per non lasciare correre troppo la mente mi fisso sulla fatica, ogni passo, ogni movimento, ogni fitta sono un'unità di vita che se ne va. Ho anche osato percorsi e limiti che non pensavo raggiungibili, niente di atletico per carità, ma sperimento che il confine della stanchezza si può spostare a seconda di quanta concentrazione ci si mette.
E poi, hai visto mai, se mi rivedessi certamente non potresti rimanere indifferente alla mia forma fisica.
Buon fine settimana, amore mio.

giovedì 2 giugno 2011

La prossima novità

Ancora poco più di una settimana e inizierò il nuovo lavoro.
Sarà sicuramente utile per accorgersi meno del tempo che passa, visto che i problemi da risolvere sono diversi; la complessità della nuova azienda in generale è inferiore a quella dove sono ora, ma l'esperienza mi dice che non sempre questa situazione è sinonimo di facilità.
Sarò più distante da casa ed anche da te, quindi non sarà più possibile fare quelle puntate verso il tuo ufficio all'ora di pranzo o alla fine della giornata per guardarti di nascosto a meno di non uscire parecchio prima, decisamente vietato per i primi mesi.
Non so come la prenderò, non è che fino ad ora, anche avendone la possibilità, ci siano state tante occasioni, anzi; però essere impedito da adesso in poi è comunque come tagliare un altro filo. Mi consolo ripensando ad una vecchia mail nella quale dicevamo di quanto i fili che ci legano siano così tanti e così intrecciati, quindi, dico io, uno in meno non fa differenza.

domenica 29 maggio 2011

Un orizzonte vuoto

Quando ho dato inizio a questa storia, tre anni fa ormai, ricordavo quanto avrebbe potuto essere coinvolgente avendone già vissuto una parte tanti anni prima, ma come un adolescente senza pensieri non ho tenuto conto degli effetti che avrebbe potuto avere la sua fine, anche se c'erano cartelli dappertutto con scritto 'pericolo'. Ho detto: 'al diavolo, potrò fare qualcosa solo per me stesso per una volta', così adesso sono qui che mi lecco le ferite e passo le mie giornate nella speranza che anche tu non resista e ti faccia viva.
Ce ne sarebbe abbastanza per farsene una ragione e decidere una volta per tutte di smetterla di coltivare illusioni, forse farò così, tanto sono sicuro di quello che ho in fondo al cuore e la mia ansia di riaverti non modifica quello che potrà essere il futuro, non accelera nè rallenta quello che capiterà, o non succederà, naturalmente.
C'è un futuro deserto ma pieno di buoni propositi che mi aspetta, almeno così sembra oggi, domani chissà.

giovedì 19 maggio 2011

C'è serata e serata

Ieri poteva essere la serata perfetta. Dopo le solite prove con il gruppo avevo voglia di qualche minuto da solo e di bere qualcosa di forte, così sono entrato in un bar che sapevo deserto a quell'ora, ho fatto la mia consumazione e sono uscito a sedermi su una panchina.
Ero in preda ad una sensazione già provata diverse volte, quella di avere la ragionevole certezza che avrei trovato qualcosa di tuo nella posta elettronica; qualche volta era stato davvero così, questa sorta di premonizione aveva funzionato, ma naturalmente questa non era quella buona, lo schermo del telefono è piccolo ma si capisce comunque benissimo se la casella è vuota.
Ero stanco ed in quella condizione la concentrazione si abbassa così che si cade a capofitto nei ricordi, in più ero solo e non ho dovuto badare a dissimulare i miei pensieri, quindi la sera si è trasformata in un momento di sfogo, di quelli che ci vogliono ogni tanto per non lasciar accumulare troppo il dispiacere e non rischiare di farsi scoprire magari facendosi scappare qualche parola di troppo.
Ho lasciato passare il tempo necessario per riprendermi e sono rientrato a casa: dormivano tutti, beati loro.

domenica 15 maggio 2011

Ho proprio bisogno

Un tuo abbraccio è quello di cui ho bisogno, del senso di appartenenza e di tranquillità.
Ho ripreso a non dormire la notte, nel senso che mi addormento in fretta ma poi dopo poche ore mi sveglio e rimango lì senza un posto dove stare e senza un pensiero rassicurante. Magari è solo un periodo che deve passare, ma possibile che lo stia vivendo solo io?
Sono convinto che siamo stati qualcosa di diverso insieme e mi chiedo se saremo mai capaci di staccarci da quella condizione.

giovedì 28 aprile 2011

Avanti e indietro

Sono sicuro che, se raccontassi tutta la storia a qualcuno, il periodo iniziale, l'intermezzo e gli ultimi anni, questo mi direbbe che è ora di voltare pagina.
Penso a quando ci trovavamo nello sgabuzzino dell'ufficio per baciarci di nascosto, a quanto abbiamo pensato l'uno all'altra negli anni di silenzio, alla passione che ci ha travolto nei tempi più recenti e, in fondo alla mia anima, non posso che concordare.
Io volto pagina ogni giorno; lo faccio perchè sono obbligato dal dover sopravvivere, perchè ho comunque una vita, un lavoro e delle circostanze da gestire. Lo faccio anche se tu sei di fronte a me e mi osservi mentre porto avanti i miei doveri e spero che il testo sul foglio non abbia segni di punteggiatura per non fare pause, per non dover alzare lo sguardo e vederti.
Pur continuando ad avanzare, il numero delle pagine rimane basso, se lo stringo fra due dita la distanza che le separa è piccola, ciononostante ricordo poco del loro contenuto.
Sempre nella stessa posizione spunta il segnalibro che mi riporta sempre allo stesso punto; continuerò a voltare pagina, ma non toglierò quel segnalibro.

giovedì 21 aprile 2011

Effetto uragano

Ieri mattina, mentre stavo andando al lavoro, è squillato il telefono; erano circa le 8.45 e stavo ascoltando una cosa interessante alla radio, quindi ho controllato il numero che mi stava chiamando e siccome non lo conoscevo non ho risposto, ripromettendomi di richiamarlo dopo. Al momento non ci ho fatto caso, poi però, quando ormai ero arrivato in ufficio, alcune cifre mi sono tornate in mente ed hanno cominciato a tremarmi le gambe perchè mi ricordavano il tuo numero di telefono.
I pochi secondi che mi ci sono voluti per recuperarlo da dove lo tengo nascosto non finivano mai: c'erano dei numeri che combaciavano, ma non eri tu.
Non dimentico però l'agitazione che mi aveva preso, la stessa che provavo prima di vederti o quando me ne ero appena andato via. Non è cambiato niente, quando abbiamo ricominciato la nostra storia, ormai quasi tre anni fa, l'effetto che entrambi abbiamo provato è stato quello di un uragano, ieri mi è successa di nuovo la stessa cosa, pensa cosa sarebbe stato se fossi davvero stata tu a chiamare.

mercoledì 30 marzo 2011

Niente di peggio

Cosa c'è di peggio di un fast food in un centro commerciale all'ora di pranzo?
Di quelli con gli altoparlanti nel parcheggio, che diffondono la musica con il tipico tono da megafono, che sembra che arrivi da lontano. Se poi parcheggi al coperto si aggiunge anche l'eco causato dal seminterrato a cui si mischia lo stridere delle gomme delle auto che fanno manovra.
Quando poi si entra nell'edificio le canzoni si mischiano ai rumori dell'umanità che si muove all'interno; si trova sempre qualcuno che canticchia il pezzo del momento così come tante persone sole ai tavolini che mangiano, ognuna con i suoi pensieri vicino.
Non sono così melodrammatico da ritenere di essere il solo con una storia difficile da gestire, però il centro commerciale per me è un luogo in cui sentirsi in solitudine, dove difficilmente vieni notato.
Carrelli della spesa, abbigliamenti improbabili, bambini che urlano, odore di fritto, cosa c'è di peggio di un centro commerciale all'ora di pranzo?
Niente, appunto.

giovedì 24 marzo 2011

Volumi sconosciuti

Quanto distante mi terrai e quanto a lungo?
Non posso interferire con quello che hai scelto di fare perciò rimango qui dove sai di potermi trovare; non posso fare altro se non rimanere ad aspettare e tenermi pronto se deciderai di farti viva. Lo faccio solo per me, perchè non riesco ad abbandonarti e il continuare ad attendere è come fare qualcosa per te, senza che tu lo sappia e che tu abbia l'assillo di me. Forse sospetti che mi trovi in questa condizione, io credo che anche tu tenga un quaderno simile al mio e che ci scriva qualcosa che mi riguarda, forse deve soltanto colmarsi una misura.
Buonanotte amore mio.

lunedì 14 marzo 2011

Non riesco a parlare d'altro

Vie di fuga ancora non ne ho trovate e non ho nemmeno intenzione di voltarmi da un'altra parte. Mi commuovo ancora al pensiero di quando mi scrivevi che avresti avuto cura di me perchè ero un essere speciale, quindi siccome credo che le parole siano importanti, immagino che anche tu ti trovi in una condizione sospesa, di limbo e che non sia ancora riuscita a cancellarmi del tutto, un po' come quello che accade al protagonista di questa canzone:

Non so con chi adesso sei
non so che cosa fai
ma so di certo cosa stai pensando
è troppo grande la città
per due che come noi
non sperano però si stan cercando

Io spero che tu non riesca mai ad eliminarmi dal tuo cuore e che, presto o tardi, riveda le tue convinzioni a proposito del sapersi accontentare di quello che potremmo avere di noi, considerato che non abbiamo bisogno di prove per dimostrare che tu ed io abbiamo solo sbagliato i tempi, e nemmeno per colpa nostra, ma tutto il resto no.

mercoledì 2 marzo 2011

Ancora nessuna risposta

Ho ricominciato a fare seriamente esercizio con la chitarra, ho recuperato dei dvd di una rivista specializzata e seguo gli argomenti fa bravo scolaro. In un momento di pausa ho ripreso 'Wish you were here' solo per godere delle sonorità degli accordi ma inevitabilmente sono caduto nelle accorate domande che erano rivolte a Syd Barret ed altrettanto scontato è stato il parallelo con quello che ci è accaduto: davvero scambieremo 'cold comfort for change', capiremo se vale di più 'a walk on part in the war' oppure 'a lead role in a cage'?
Nuoteremo sempre nello spazio ristretto della nostra personale boccia e riusciremo a trovare un altro prato dove non incontrare le nostre solite paure?

sabato 19 febbraio 2011

Macigni

Mi rimbomba nella testa il rotolare dei massi che portano le tue ultime parole, la tua filosofia di vita, così come la chiami, del niente che è meglio del poco e della richiesta di non voler essere più contattata.
Precedentemente mi hai scritto parole urlate, sprezzanti, bollandomi come patetico e respingendo il ruolo di crocerossina che dicevi ti avevo riservato, quando ti imploravo di trovare una possibile alternativa al di fuori dell'amore che tanto ti spaventa. Mi hai perfino messo dalla parte di quelli che 'basta che me la dai'.
Possibile che sia riuscita a smettere di amarmi così improvvisamente? Se rileggo quello che ci siamo scritti, il sentimento di cui erano piene le parole che mi hai dedicato e che rimangono non riesco a trarre una conclusione da tutto ciò, se non quella che io resto profondamente innamorato di te, perciò viziato nei miei giudizi, quindi rimarrò sospeso, in silenzio, all'illusione di risentirti prima o poi.


mercoledì 2 febbraio 2011

Tutto cambia, niente è diverso

Rivederti ieri è stato insieme doloroso e curativo. Ti ho visto arrivare nel vialetto che conduce dagli uffici al cancello ed ho provato quello che mi aspettavo, la stretta allo stomaco di ogni volta, la sensazione di avere qualche linea di febbre che ti costringe a tenere a fuoco un obiettivo preciso lasciando sfumare il resto che c'è attorno.
Sono stato anche fortunato nel trovare un parcheggio che mi lasciava la vista libera oltre al fatto che sei uscita con un tuo collega e ti sei fermata a parlare con lui brevemente, dandomi qualche secondo in più per guardarti. Non potevi vedermi chiuso com'ero in macchina, era buio e certo non ti aspettavi di avermi lì, così hai salutato il collega, hai percorso i pochi metri che ti separavano dall'auto e sei partita.
Durante il ritorno non ho potuto fare altro che ricordare quando facevo la stessa strada e per un po' ho ritrovato quella felicità di allora nel pensare alla nostra giornata insieme; le immagini passate si mischiavano ai sogni di oggi, noi ancora abbracciati che ci raccontiamo quanto sia stato orribile questo periodo.
Pur sapendo che nulla cambierà ho trovato conforto nel vederti di nuovo, anche se da lontano e di nascosto; sono stato contento di provare la sensazione dell'adrenalina che se ne va lasciando il posto alla stanchezza e l'ho interpretato come la conferma che, nonostante le diverse circostanze, per me niente è cambiato, la forma e l'intensità dei miei sentimenti sono ancora gli stessi.

martedì 18 gennaio 2011

Un nuovo senso della realtà

Nemmeno due maledetti mesi, se mi volto vedo il baratro che mi insegue e si allarga via via che il tempo passa, posso solo impegnarmi a scappare; davanti ho il sogno di te, dietro l'incubo di non averti più, il primo rimane tale, il secondo è molto più reale.

lunedì 10 gennaio 2011

La differenza sta nel livello di dolore

C'è una forte sensazione che provo in questo periodo ed è quella di sentirmi solo, di vivere le giornate solo per me per cercare di controllare la solitudine, mi sento come un fotogramma in bianco e nero dentro un film a colori.
Sta cambiando anche il mio vocabolario, via via che alcune parole acquistano un diverso significato, come 'impossibile' per esempio, se penso a come intendevo la mia vita senza di te, non solo senza vederti ma spogliata perfino di in contatto virtuale; il nuovo senso della parola è 'rassegnato'.
In passato, quando ancora non ti avevo ritrovato, in prossimità di questo periodo dell'anno pensavo: 'ecco, un altro anno passato senza di lei'. Era comunque sempre viva la certezza che, se avessi provato, ti avrei senz'altro rintracciato e poi chissà. Da quando questo si è avverato ho passato i due anni successivi a darmi dello stupido per aver atteso così tanto, mentre nello stesso tempo godevo di noi due.
Ora che sono tornato alla situazione di partenza, di nuovo solo, oltre che con me stesso devo fare i conti con quanto di bello ho passato con te: cado sempre qui, secondo me il poco che avevamo valeva la pena di essere tenuto in vita. Immagina quanto sia doloroso pensare ora: 'un altro anno da passare senza di lei.'.