Sono sicuro che, se raccontassi tutta la storia a qualcuno, il periodo iniziale, l'intermezzo e gli ultimi anni, questo mi direbbe che è ora di voltare pagina.
Penso a quando ci trovavamo nello sgabuzzino dell'ufficio per baciarci di nascosto, a quanto abbiamo pensato l'uno all'altra negli anni di silenzio, alla passione che ci ha travolto nei tempi più recenti e, in fondo alla mia anima, non posso che concordare.
Io volto pagina ogni giorno; lo faccio perchè sono obbligato dal dover sopravvivere, perchè ho comunque una vita, un lavoro e delle circostanze da gestire. Lo faccio anche se tu sei di fronte a me e mi osservi mentre porto avanti i miei doveri e spero che il testo sul foglio non abbia segni di punteggiatura per non fare pause, per non dover alzare lo sguardo e vederti.
Pur continuando ad avanzare, il numero delle pagine rimane basso, se lo stringo fra due dita la distanza che le separa è piccola, ciononostante ricordo poco del loro contenuto.
Sempre nella stessa posizione spunta il segnalibro che mi riporta sempre allo stesso punto; continuerò a voltare pagina, ma non toglierò quel segnalibro.
Quasi vent'anni
Luglio 2008
Quasi vent'anni è il tempo passato dal momento in cui l'ho conosciuta.
Quello che è scattato allora è già stato oggetto di pagine e filmografia, poi il tempo ha avuto ragione per un lungo periodo. Il pensiero era sempre a lei, a quello che era stato, che avrebbe potuto essere.
Persa di vista, senza contatti, sono passati anni alterni nei quali il bisogno di ritrovarla era asfissiante e sopito ma sempre presente.
Poi tramite altre conoscenze ho saputo dove si trovava; ho aspettato parecchio prima di chiamarla, dopo tutto quel tempo ero ancora più indeciso.
Dopo il primo appuntamento - neutro, asettico, falso - non ce l'ho fatta più, sono ritornato a vent'anni prima ed ho preso una porta in faccia.
"E' tutto finito", ho pensato, insieme alla porta si era chiuso anche il passato: cancellato.
Ma era come il mare che si gonfia al largo, non si vede, ma, quando arrivano, le sue ondate sommergono e spazzano via gli ostacoli. E' squillato il telefono, ho riconosciuto il suo numero. Un uragano.
Quasi vent'anni è il tempo passato dal momento in cui l'ho conosciuta.
Quello che è scattato allora è già stato oggetto di pagine e filmografia, poi il tempo ha avuto ragione per un lungo periodo. Il pensiero era sempre a lei, a quello che era stato, che avrebbe potuto essere.
Persa di vista, senza contatti, sono passati anni alterni nei quali il bisogno di ritrovarla era asfissiante e sopito ma sempre presente.
Poi tramite altre conoscenze ho saputo dove si trovava; ho aspettato parecchio prima di chiamarla, dopo tutto quel tempo ero ancora più indeciso.
Dopo il primo appuntamento - neutro, asettico, falso - non ce l'ho fatta più, sono ritornato a vent'anni prima ed ho preso una porta in faccia.
"E' tutto finito", ho pensato, insieme alla porta si era chiuso anche il passato: cancellato.
Ma era come il mare che si gonfia al largo, non si vede, ma, quando arrivano, le sue ondate sommergono e spazzano via gli ostacoli. E' squillato il telefono, ho riconosciuto il suo numero. Un uragano.
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