E' stato a causa delle tue improbabili bretelle che indossavi il primo giorno di lavoro, quando ci siamo stretti la mano per presentarci, che non ho potuto far a meno di essere incuriosito e di farmi trafiggere dal tuo sguardo.
Così come quando avevamo capito quanto pericolosa poteva diventare la nostra storia ed abbiamo deciso di troncare, il primo tentativo di tanti: il Venerdì di quella settimana, all'ora di uscire dal lavoro, ti ho chiamato per salutarti perchè non ce la facevo più ad ignorarti anche solo dopo qualche giorno e tu mi hai accolto con un 'speravo che chiamassi'.
E' stato perchè ho continuato a tenerti nel mio cuore, e tempo dopo tu mi hai detto di aver fatto altrettanto, che non potevamo non ritrovarci.
E' stato a causa di quello che avremmo potuto essere stati se, per un breve periodo, lo siamo diventati davvero.
Noi siamo la causa, noi siamo l'effetto, un cerchio chiuso.
Anche adesso, nel silenzio e contro natura, io credo che continuiamo ad essere indivisibili.
Quasi vent'anni
Luglio 2008
Quasi vent'anni è il tempo passato dal momento in cui l'ho conosciuta.
Quello che è scattato allora è già stato oggetto di pagine e filmografia, poi il tempo ha avuto ragione per un lungo periodo. Il pensiero era sempre a lei, a quello che era stato, che avrebbe potuto essere.
Persa di vista, senza contatti, sono passati anni alterni nei quali il bisogno di ritrovarla era asfissiante e sopito ma sempre presente.
Poi tramite altre conoscenze ho saputo dove si trovava; ho aspettato parecchio prima di chiamarla, dopo tutto quel tempo ero ancora più indeciso.
Dopo il primo appuntamento - neutro, asettico, falso - non ce l'ho fatta più, sono ritornato a vent'anni prima ed ho preso una porta in faccia.
"E' tutto finito", ho pensato, insieme alla porta si era chiuso anche il passato: cancellato.
Ma era come il mare che si gonfia al largo, non si vede, ma, quando arrivano, le sue ondate sommergono e spazzano via gli ostacoli. E' squillato il telefono, ho riconosciuto il suo numero. Un uragano.
Quasi vent'anni è il tempo passato dal momento in cui l'ho conosciuta.
Quello che è scattato allora è già stato oggetto di pagine e filmografia, poi il tempo ha avuto ragione per un lungo periodo. Il pensiero era sempre a lei, a quello che era stato, che avrebbe potuto essere.
Persa di vista, senza contatti, sono passati anni alterni nei quali il bisogno di ritrovarla era asfissiante e sopito ma sempre presente.
Poi tramite altre conoscenze ho saputo dove si trovava; ho aspettato parecchio prima di chiamarla, dopo tutto quel tempo ero ancora più indeciso.
Dopo il primo appuntamento - neutro, asettico, falso - non ce l'ho fatta più, sono ritornato a vent'anni prima ed ho preso una porta in faccia.
"E' tutto finito", ho pensato, insieme alla porta si era chiuso anche il passato: cancellato.
Ma era come il mare che si gonfia al largo, non si vede, ma, quando arrivano, le sue ondate sommergono e spazzano via gli ostacoli. E' squillato il telefono, ho riconosciuto il suo numero. Un uragano.
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