Cinque mesi sono passati dal tuo addio.
Fa bene guardare indietro ed annotare quando sia stato bravo a tenere duro e superare i momenti difficili e pericolosi nei quali l'assenza di te era così violenta, un po' di autoconvincimento positivo.
Non che desideri una durata indefinita di questa situazione, credo di essere diviso tra due tipi diversi di speranza.
Da una parte, prima di tutto, spero che tu cambi la tua decisione e che il nostro amore travagliato valga i compromessi (sempre loro!) da accettare. Egoisticamente, spero in un tuo momento di debolezza, ne avrai pure qualcuno anche tu.
Dall'altra, vorrei trovare un'uscita da questa quotidiana lotta.
C'è sempre e comunque un punto fermo, qualunque futuro mi aspetti: io ti amo e, sempre perchè le parole, quelle che hai detto e scritto, hanno un valore, sono convinto che anche tu provi lo stesso per me.
Quasi vent'anni
Luglio 2008
Quasi vent'anni è il tempo passato dal momento in cui l'ho conosciuta.
Quello che è scattato allora è già stato oggetto di pagine e filmografia, poi il tempo ha avuto ragione per un lungo periodo. Il pensiero era sempre a lei, a quello che era stato, che avrebbe potuto essere.
Persa di vista, senza contatti, sono passati anni alterni nei quali il bisogno di ritrovarla era asfissiante e sopito ma sempre presente.
Poi tramite altre conoscenze ho saputo dove si trovava; ho aspettato parecchio prima di chiamarla, dopo tutto quel tempo ero ancora più indeciso.
Dopo il primo appuntamento - neutro, asettico, falso - non ce l'ho fatta più, sono ritornato a vent'anni prima ed ho preso una porta in faccia.
"E' tutto finito", ho pensato, insieme alla porta si era chiuso anche il passato: cancellato.
Ma era come il mare che si gonfia al largo, non si vede, ma, quando arrivano, le sue ondate sommergono e spazzano via gli ostacoli. E' squillato il telefono, ho riconosciuto il suo numero. Un uragano.
Quasi vent'anni è il tempo passato dal momento in cui l'ho conosciuta.
Quello che è scattato allora è già stato oggetto di pagine e filmografia, poi il tempo ha avuto ragione per un lungo periodo. Il pensiero era sempre a lei, a quello che era stato, che avrebbe potuto essere.
Persa di vista, senza contatti, sono passati anni alterni nei quali il bisogno di ritrovarla era asfissiante e sopito ma sempre presente.
Poi tramite altre conoscenze ho saputo dove si trovava; ho aspettato parecchio prima di chiamarla, dopo tutto quel tempo ero ancora più indeciso.
Dopo il primo appuntamento - neutro, asettico, falso - non ce l'ho fatta più, sono ritornato a vent'anni prima ed ho preso una porta in faccia.
"E' tutto finito", ho pensato, insieme alla porta si era chiuso anche il passato: cancellato.
Ma era come il mare che si gonfia al largo, non si vede, ma, quando arrivano, le sue ondate sommergono e spazzano via gli ostacoli. E' squillato il telefono, ho riconosciuto il suo numero. Un uragano.
2 commenti:
venditti diceva che "certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano" e se il vostro legame è così forte come fai trasparire dalle righe, lei tornerà, ne sono certa.
ma tu cosa sei disposto a fare per lei? le parole che scrivi sono molto belle e toccanti, ma di tangibile? a volte le donne si riducono a dire addio perché le parole, per quanto vere, non bastano e finiscono solo per far del male.
E' un argomento che avevamo affrontato: non era possibile separarsi dalle rispettive esistenze.
Lei mi diceva che continuare la relazione l'avrebbe portata a desiderare di avermi per sè sempre di più e sapeva che non era possibile. Aumentare la frequenza degli incontri non risolveva. O tutto, o niente, mentre io la penso in modo diverso e mi andava bene anche solo quel poco che riuscivamo a ritagliarci. E' stata molto coraggiosa.
Restava il disagio della clandestinità, però non ci ho mai badato perchè quando l'incontravo si sanava tutto.
E' proprio perchè non c'è un modo diverso di ricominciare che siamo arrivati a questo punto, ma le cose stanno per cambiare.
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