Mi si è ristretta la frequenza degli alti e bassi. Prima i periodi, buoni o cattivi, duravano alcuni giorni prima di cambiare verso, ora succede tutto nell’arco di una giornata, da un’ora con l’altra cambia la luna, non capisco se sia meglio o peggio.
Adesso è più difficile non aspettarsi nulla, ora che so che entrambi stiamo viaggiando col freno a mano tirato perchè il motore è sempre in presa ed il serbatoio pieno.
In questi ultimi giorni, quando per me è cambiato così tanto pur mantenendo una parvenza di distacco, i pensieri non si sono ancora rimessi al passo, nel senso che mi ritrovo ad aver paura di pensare a ciò che penso, forse la stessa sensazione che provi tu riguardo al non sapere quale marcia tenere.
Fino a poche settimane fa speravo con tutte le mie forze di ritrovarti anche se non sapevo cosa avrei fatto dopo; tu eri e rimani comunque al centro perciò i miei desideri riguardavano te, grandi sorsi di quello che era stato e delle speranze che mi portavo dentro. Non c'erano freni perchè ero solo in quei momenti e potevo fare a meno di confrontarmi con i tuoi stati d’animo anche se ne conosco la causa, proprio la mia presenza, infatti, avrebbe riportato indietro la tua angoscia.
Ora che la situazione si è di nuovo ribaltata - quanto volte abbiamo provato a lasciarci? - aprendo spiragli, è faticoso frenare l’inerzia che aveva acquistato la spinta della mia speranza e del libero pensiero: noi due soli, abbracciati, appassionati e consapevoli, questo vorrei.
Quasi vent'anni
Luglio 2008
Quasi vent'anni è il tempo passato dal momento in cui l'ho conosciuta.
Quello che è scattato allora è già stato oggetto di pagine e filmografia, poi il tempo ha avuto ragione per un lungo periodo. Il pensiero era sempre a lei, a quello che era stato, che avrebbe potuto essere.
Persa di vista, senza contatti, sono passati anni alterni nei quali il bisogno di ritrovarla era asfissiante e sopito ma sempre presente.
Poi tramite altre conoscenze ho saputo dove si trovava; ho aspettato parecchio prima di chiamarla, dopo tutto quel tempo ero ancora più indeciso.
Dopo il primo appuntamento - neutro, asettico, falso - non ce l'ho fatta più, sono ritornato a vent'anni prima ed ho preso una porta in faccia.
"E' tutto finito", ho pensato, insieme alla porta si era chiuso anche il passato: cancellato.
Ma era come il mare che si gonfia al largo, non si vede, ma, quando arrivano, le sue ondate sommergono e spazzano via gli ostacoli. E' squillato il telefono, ho riconosciuto il suo numero. Un uragano.
Quasi vent'anni è il tempo passato dal momento in cui l'ho conosciuta.
Quello che è scattato allora è già stato oggetto di pagine e filmografia, poi il tempo ha avuto ragione per un lungo periodo. Il pensiero era sempre a lei, a quello che era stato, che avrebbe potuto essere.
Persa di vista, senza contatti, sono passati anni alterni nei quali il bisogno di ritrovarla era asfissiante e sopito ma sempre presente.
Poi tramite altre conoscenze ho saputo dove si trovava; ho aspettato parecchio prima di chiamarla, dopo tutto quel tempo ero ancora più indeciso.
Dopo il primo appuntamento - neutro, asettico, falso - non ce l'ho fatta più, sono ritornato a vent'anni prima ed ho preso una porta in faccia.
"E' tutto finito", ho pensato, insieme alla porta si era chiuso anche il passato: cancellato.
Ma era come il mare che si gonfia al largo, non si vede, ma, quando arrivano, le sue ondate sommergono e spazzano via gli ostacoli. E' squillato il telefono, ho riconosciuto il suo numero. Un uragano.
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