Finalmente di nuovo insieme, dopo quasi due mesi (!) di inconvenienti ed imprevisti.
Una sequenza lunghissima di mail dalle quali si capiva la tensione e lo strazio di non poter fare altro che aspettare, addirittura, fino a due settimane fa, senza nemmeno sapere quanto.
Avevo il terrore di un raffreddore, quest'anno non mi hanno risparmiato, dell'impegno di lavoro dell'ultimo momento, di una gomma bucata, gli imbecilli della BMW non prevedono la ruota di scorta, di una sfiga improvvisa.
Nel mezzo, problemi familiari che ti fanno sentire ancora più colpevole ed allo stesso tempo bisognoso di qualcuno a cui appoggiarti.
C'è voluto un po' di tempo prima di riacquistare di nuovo la consapevolezza che fossimo solo noi due e che avevamo un intero pomeriggio a disposizione, ma dopotutto siamo solo umani, inquinati dalla fatica di rimanere tali durante i lunghi periodi di lontananza.
Spaventa ed allo stesso tempo esalta vedere quanto siamo determinati a sopportare, a rischiare, ad attendere.
Quasi vent'anni
Luglio 2008
Quasi vent'anni è il tempo passato dal momento in cui l'ho conosciuta.
Quello che è scattato allora è già stato oggetto di pagine e filmografia, poi il tempo ha avuto ragione per un lungo periodo. Il pensiero era sempre a lei, a quello che era stato, che avrebbe potuto essere.
Persa di vista, senza contatti, sono passati anni alterni nei quali il bisogno di ritrovarla era asfissiante e sopito ma sempre presente.
Poi tramite altre conoscenze ho saputo dove si trovava; ho aspettato parecchio prima di chiamarla, dopo tutto quel tempo ero ancora più indeciso.
Dopo il primo appuntamento - neutro, asettico, falso - non ce l'ho fatta più, sono ritornato a vent'anni prima ed ho preso una porta in faccia.
"E' tutto finito", ho pensato, insieme alla porta si era chiuso anche il passato: cancellato.
Ma era come il mare che si gonfia al largo, non si vede, ma, quando arrivano, le sue ondate sommergono e spazzano via gli ostacoli. E' squillato il telefono, ho riconosciuto il suo numero. Un uragano.
Quasi vent'anni è il tempo passato dal momento in cui l'ho conosciuta.
Quello che è scattato allora è già stato oggetto di pagine e filmografia, poi il tempo ha avuto ragione per un lungo periodo. Il pensiero era sempre a lei, a quello che era stato, che avrebbe potuto essere.
Persa di vista, senza contatti, sono passati anni alterni nei quali il bisogno di ritrovarla era asfissiante e sopito ma sempre presente.
Poi tramite altre conoscenze ho saputo dove si trovava; ho aspettato parecchio prima di chiamarla, dopo tutto quel tempo ero ancora più indeciso.
Dopo il primo appuntamento - neutro, asettico, falso - non ce l'ho fatta più, sono ritornato a vent'anni prima ed ho preso una porta in faccia.
"E' tutto finito", ho pensato, insieme alla porta si era chiuso anche il passato: cancellato.
Ma era come il mare che si gonfia al largo, non si vede, ma, quando arrivano, le sue ondate sommergono e spazzano via gli ostacoli. E' squillato il telefono, ho riconosciuto il suo numero. Un uragano.
Nessun commento:
Posta un commento