Quasi vent'anni
Luglio 2008
Quasi vent'anni è il tempo passato dal momento in cui l'ho conosciuta.
Quello che è scattato allora è già stato oggetto di pagine e filmografia, poi il tempo ha avuto ragione per un lungo periodo. Il pensiero era sempre a lei, a quello che era stato, che avrebbe potuto essere.
Persa di vista, senza contatti, sono passati anni alterni nei quali il bisogno di ritrovarla era asfissiante e sopito ma sempre presente.
Poi tramite altre conoscenze ho saputo dove si trovava; ho aspettato parecchio prima di chiamarla, dopo tutto quel tempo ero ancora più indeciso.
Dopo il primo appuntamento - neutro, asettico, falso - non ce l'ho fatta più, sono ritornato a vent'anni prima ed ho preso una porta in faccia.
"E' tutto finito", ho pensato, insieme alla porta si era chiuso anche il passato: cancellato.
Ma era come il mare che si gonfia al largo, non si vede, ma, quando arrivano, le sue ondate sommergono e spazzano via gli ostacoli. E' squillato il telefono, ho riconosciuto il suo numero. Un uragano.
Quasi vent'anni è il tempo passato dal momento in cui l'ho conosciuta.
Quello che è scattato allora è già stato oggetto di pagine e filmografia, poi il tempo ha avuto ragione per un lungo periodo. Il pensiero era sempre a lei, a quello che era stato, che avrebbe potuto essere.
Persa di vista, senza contatti, sono passati anni alterni nei quali il bisogno di ritrovarla era asfissiante e sopito ma sempre presente.
Poi tramite altre conoscenze ho saputo dove si trovava; ho aspettato parecchio prima di chiamarla, dopo tutto quel tempo ero ancora più indeciso.
Dopo il primo appuntamento - neutro, asettico, falso - non ce l'ho fatta più, sono ritornato a vent'anni prima ed ho preso una porta in faccia.
"E' tutto finito", ho pensato, insieme alla porta si era chiuso anche il passato: cancellato.
Ma era come il mare che si gonfia al largo, non si vede, ma, quando arrivano, le sue ondate sommergono e spazzano via gli ostacoli. E' squillato il telefono, ho riconosciuto il suo numero. Un uragano.
domenica 23 settembre 2012
Vorrei, non posso, ma va bene lo stesso
Vorrei che fosse Lunedì perché la prossima settimana sarò impegnato con l'inventario, quindi i giorni saranno pieni e passeranno in fretta.
Vorrei che fosse Lunedì perché sarà un giorno in meno da passare senza di te, aspettando un tuo scritto ed un pomeriggio insieme.
Rimpiango i giorni in cui lavoravamo insieme e mi pesa sapere che non ti incrocerò nei corridoi, così come non sono d'accordo quando mi dici che per te sarebbe più difficile essere oggi nello stesso posto di lavoro.
Il pensiero di non essere con te nella stessa casa, nella stessa vita mi tormenta in questi giorni, ma conservo il senso della realtà e mi rassegno, anche se ricordo con piacere quel gioco doloroso che abbiamo fatto in auto riguardo al menu serale e mi piacerebbe assaggiare la cena preparata insieme.
Non so come la pensi, o forse sì, ma sono comunque contento di dovemi accontentare e di rientrare nella mia attuale vita affrontanto ogni volta qualche minuto di disorientamento, un piccolo vuoto tra l'ultimo istante passato con te e la consapevolezza di quanti ne passeranno senza.
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